Sabato (17/12/22) ho tenuto una conferenza sulla fotografia naturalistica per la conservazione ambientale. Oltre a informazioni storiche sulla fotografia naturalistica, ho parlato anche di tutte le azioni che noi dell'Area Marina Protetta di Miramare svogliamo per far conoscere l’ambiente naturale attraverso l’utilizzo dell’immagine e non solo!
Sono molto contento di tutti i feedback positivi che mi sono arrivati e i complimenti riguardante il nostro lavoro! Queste sono le piccole cose che aiutano l’animo e che danno la forza per proseguire la nostra missione. Ringrazio tantissimo i ragazzi di @wwfyoungfvg il @craf1987 il comune di Spilimbergo e tutti i partecipanti di ieri per la bella giornata ricca di tanti stimoli. Speriamo in futuro si possa riproporre!
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All'inizio pensavo di scrivere delle righe relative alla resilienza, a quella incredibile capacità della Natura e degli organismi di sopravvivere e continuare a vivere nonostante le ostilità. Pensavo quindi che un'anemone (Anemonia viridis) come quella rappresentata in foto non vivesse poi così bene sopra ad una gomma, probabilmente buttata in acqua per non portarla nel corretto deposito (come tante altre che sono state trovate nel porticciolo dove eravamo), ma poi ho pensato che forse mi sbagliavo. Probabilmente non è il posto migliore dove crescere, ma l'anemone non lo sa e continua comunque a viverci sopra. Probabilmente vivere su questo artefatto antropico in realtà ha anche i suoi lati positivi. Pensate per esempio al fatto che si trova più in alto rispetto al fondale e quindi probabilmente si trova isolato dagli altri suoi competitors anemoni per quanto riguarda l'ottenimento del cibo. Di sicuro questo è un vantaggio. La gomma inoltre si degraderà, rilasciando in acqua miliardi di minuscole microplastiche, ma lo farà in qualche migliaio di anni. Di sicuro la vita dell'anemone non durerà così al lungo, e quindi quel substrato è comunque un luogo sicuro per vivere. L'unica problematica per questa anemone è la possibilità che un subacqueo o un giovane paladino della pulizia riporti il copertone in ambiente aereo per portarlo in discarica. Forse una mareggiata forte potrebbe trasportare via il copertone e con lui l'anemone, ma trovandosi in porto, zona molto protetta dai frangenti, credo che non ci sia questa problematica. Vedere questo organismo crescere sul copertone mi ha fatto molto effetto a prima istanza, ma tutti questi ragionamenti mi hanno fatto ricredere. Non voglio assolutamente incitare le persone a buttare copertoni in mare, ma voglio semplicemente evidenziare come in una situazione diversa dalla norma, con un intervento esterno di mano antropica, gli abitanti della Natura posso riuscire a trovare un modo per vivere, forse qualche volta con delle possibilità maggiori.
Questa è una fotografia che ho scattato questa estate in Area Marina Protetta. Ci eravamo svegliato presto per andare a fare delle riprese per un tipo particolare di pesca sostenibile e quindi dovevamo essere in mezzo al golfo all'alba. Appena poco dopo la partenza dal porto osserviamo un gruppo di delfini tursiopi (Tursiops truncatus) aggirarsi attorno alle mitilicolture. È da tre anni che lavoro in Area Marina Protetta e l'avvistamento di delfini capita due o tre volte all'anno, quasi sempre durante il periodo estivo. Bisogna quindi essere pronti quando arrivano per poterli avvistare, studiare e determinare insieme agli altri enti scientifici che gruppo sono, da dove provengono e ottenere il maggior numero di dati possibili. Anche grazie alle fotografie, soprattutto delle pinne dorsali. Ancora più difficile è riuscire a vedere i delfini proprio all'interno dei confini invisibili della Riserva e ancora più difficile è fotografarli. Quindi questa fotografia è molto importante, sia per valore naturalistico che per l'occasionalità dell'evento. Ancora una volta le albe sono i momenti della giornata che mi regalano più emozioni!
Negli ultimi mesi ho fatto numerose uscite fotografiche con l’obiettivo di documentare uno degli ambienti più interessanti che si possono osservare nel nostro territorio. Mi ci sono proprio affezionato. Infatti, tanto è il tempo che passo in questi luoghi con l’obiettivo di scovarne gli abitanti, di comprenderne le interazioni, di carpirne il valore. È indubbio il fatto che sia un habitat complesso, fitto di un’ intricata rete di rapporti causa-effetto, un luogo di passaggio e quindi, allo stesso tempo, di confini. Mi ci sono così tanto affezionato che ho deciso di costituire un progetto su questo habitat e sui suoi abitanti. È da mesi che ci lavoro ma ne serviranno ancora tanti per poterlo concludere. Sento però che adesso é arrivato il momento di presentarvelo, per lo meno qui, sui miei canali social, per farvi vedere cosa sta invadendo la mia testa, i miei pensieri e le mie emozioni. Svelerò il progetto pian piano, lasciando alcuni indizi, fino a quando non lancerò il video di presentazione.
Se avete voglia potete provare a scrivermi quale, secondo voi, è il tema del progetto. Intanto vi lascio il primo indizio: una fotografia scattata da un mio amico fotografo @marcofranchi qualche settimana fa mentre sono a “lavoro”. Ecco una parte della famiglia di tursiopi che abbiamo visto ieri (in totale erano 10) mentre si dirigevano verso Duino poco dopo l’alba. É stato proprio un incontro molto interessante e anche emotivamente bello. Tra l’altro, In lontananza si vedeva un esemplare mentre faceva i tipici salti, speriamo di fotografarlo così la prossima volta!
L’altro giorno ero sul sentiero Rilke perché avevo voglia di tornare a prendere in mano la mia macchina fotografica e respirare un po’ di aria di mare. Passato il tramonto i merli hanno iniziato a gareggiare come auto da corsa nei rettilinei dei gran premi e a cantare come soprani tra i rami degli alberi. In questo contesto sono riuscito a fare questo scatto. Guardando questa foto sento ancora il canto del merlo che irrompe nel silenzio.
I fondali dell'Area Marina Protetta di Miramare sembrano molto spesso essere di colore monocromo con pochi sprazzi di colore. Certamente l'organismo che emerge da questi fondali grazie alla sua tinta sgargiante sono le spugne canne d'organo. In questa foto ho voluto rappresentarlo come se fosse il sole al centro del suo cielo composto da rocce e alghe e chissà quanti altri animali bentonici (del fondale). La spugna, sviluppandosi a cerchio costruendo i vari "camini" per gemmazione uno accanto all'altro, mi è sembrata da subito un sole, il protagonista del fondale.
Il Jof del Montasio è una montagna delle Alpi Giulie alta 2.754 m, situata in provincia di Udine nel Friuli Venezia Giulia. Tra le sue vette è possibile osservare diversi gruppi di stambecchi e se si è fortunati anche di camosci. Personalmente è una delle mete friulane che preferisco.
«Se vai nelle Giulie, ovunque lo vedrai è il più bello, il più maestoso Jôf di Montasio re delle Giulie Ovunque dalla Val Dogna, dalla Saisera e da Nevea lo vedrai come un re dominar Ascolta! senti questi canti? questi canti sono un inno sono un inno alla Montagna alle Giulie, al Montasio» (Inno al Montasio) Domenica mattina io e Kevin abbiamo deciso di fare una camminata al Montasio, uno di quei posti magici dove si ritorna sempre perché ti trasmettono pace, serenità e tanta meraviglia. Anche questa volta le aspettative non sono state deluse.
Arrivati alla malga del Montasio ci siamo diretti verso il rifugio Corsi, un tragitto che porta a fare tre ore di salita passando prima attraverso il bosco, poi attraverso un pascolo d'alta montagna e infine raggiungendo la zona rocciosa più alta. Il meteo sembrava buono, un tenue sole autunnale che illuminava il paesaggio e una leggera brezza molto piacevole. Ad un'ora di tragitto siamo passati per la Malga Cregnedul dove abbiamo trovato Chiara e Stefano ad accoglierci con un enorme sorriso e con un tanto desiderato caffè che ci ha destato da una sveglia suonata molto prima del solito. Grazie mille ragazzi. Continuato il nostro percorso abbiamo superato il bosco e ci siamo ritrovati in un enorme spazio aperto privo di vegetazione arborea ed è lì che li abbiamo trovati. Sei enormi stambecchi con le loro corna voluminose e graziate a forma di arco. Uno spettacolo difficilmente descrivibile essendo anche la prima volta che ne vedevamo di così grandi e maestosi. Abbiamo scattato alcune fotografie e abbiamo apprezzato il momento sedendoci e semplicemente osservando ciò che ci stava di fronte. Arrivati a questo punto, però, il tempo è cambiato. Il sole ha iniziato a giocare a nascondino dietro alle nuvole e il vento a soffiare più forte, portando la temperatura a scendere notevolmente. Abbiamo deciso di continuare a seguire il sentiero sperando in un miglioramento del meteo e in qualche altra sorpresa da parte della Natura. Fortunatamente abbiamo trovato altri due stambecchi, uno più piccolo rispetto agli altri esemplari, e abbiamo deciso di avvicinarci con cautela sperando di immortalarli nel loro ambiente. Trovato uno spot molto suggestivo abbiamo iniziato a scattare e, con nostro grande stupore, il più giovane degli stambecchi ha iniziato a camminare davanti a noi e verso di noi, arrivando anche a pochi metri di distanza. Lui non sembrava per niente infastidito e di sicuro nemmeno noi. A questo punto il tempo è cambiato di nuovo, il sole ormai non si vedeva più e il vento ha iniziato a spingere ancora più forte ed a trascinare con se le nuvole. Faceva freddo e le mani iniziavano ad irrigidirsi. Partiti dalla malga non avremmo mai pensato di ritrovarci a poca distanza da uno splendido animale, con il vento che faceva danzare le nuvole ad intermittenza e con la neve. Infatti, la prima neve dell'anno ha iniziato a scendere sul paesaggio e sui nostri vestiti, rendendo, potrei dire quasi romantico, quel momento già altamente appassionante. Dopo uno spettacolo del genere abbiamo deciso di scendere, di tornare a casa e di portare in salvo le nostre fotografie che risulteranno fondamentali per apprezzare in futuro ciò che abbiamo vissuto in questa giornata Parlo anche a nome di Kevin, ma credo che sia d'accordo con me sul fatto che questo giorno sarà per sempre impresso nei nostri ricordi come uno dei più bei momenti passati con la Natura e dentro alla Natura. Ps. se zoomate sulla foto potrete vedere alcuni fiocchi di neve❄️😉 Questa foto, è stata scattata con 50 mm f/1.4 e leggermente croppata in post produzione. La Riserva Naturale Regionale della Foce dell'Isonzo è situata nella parte orientale del Friuli Venezia Giulia lungo l'ultimo tratto del corso dell'omonimo fiume, si sviluppa su un territorio compreso nei comuni di Staranzano, San Canzian d'Isonzo, Fiumicello e Grado e copre una superficie di 2.338 ettari. Molto importante per la fase migratoria di diverse specie di volatili, da qualche anno sono stati lasciati allo stato brado un gruppo di cavalli Camargue.
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December 2022
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